Il meccanico di fiducia è ormai una figura mitologica che ricordiamo con nostalgia.
Era colui che con uno sguardo e 5 minuti di ascolto ti diceva se il motore aveva bisogno di una semplice pulizia al carburatore o dovevi cambiare le valvole.
Con fare sapiente infilava la mano sulla molla dell’acceleratore e sgasava dal vano motore, era quasi magico perché per noi poveri mortali, l’acceleratore era all’interno della vettura.
Ora la molla non c’è più, c’è un potenziometro. Il carburatore tra qualche anno sarà esposto al museo egizio di Torino e lo spinterogeno pure.
Lo avrete notato che molti meccanici sono spariti lasciando il campo a imprese più attrezzate che hanno dovuto aggiornarsi con la tecnologia che inevitabilmente va avanti e non tiene conto di nulla.
Ecco come, di fatto, i computer stanno togliendo lavori agli umani.
Non ditemi che bisogna aggiornarsi. Io non ce lo vedo Alfredo che apre un libro di informatica dopo 50 anni di officina e mani sporche di grasso. Lascerà il campo. Un nuovo disoccupato che sarà difficilissimo ricollocare. Come meccanico era un genio, ma non ci sono più le automobili che lui conosceva.
Quando le macchine si aggiustavano sostituendo semplici pezzi singoli erano tempi in cui mandavi il figlio in officina per imparare, oggi lo devi mandare all’università per capire come funziona la centralina di una moderna autovettura. I lavori “umili”, semplici ma utilissimi, oggi non servono più. E purtroppo non sono solo i vecchi meccanici a soccombere ma mille altre tipologie di lavoratori.
La società dovrebbe allinearsi a tutto questo, invece la tecnologia galoppa e la politica annaspa.
Intanto Alfredo non ha più il suo lavoro. Non sa fare altro e alla sua età non può imparare niente. Ecco, questi sono i problemi da risolvere in un Paese che chiacchiera sempre e non ha mai soluzioni 🤷♂️